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POPOLAZIONE E TERRITORIO
I dati sulla popolazione confermano come la provincia di Isernia, dal punto di vista del numero di abitanti, sia la più piccola di Italia; le 35.661 famiglie in aumento rispetto alle precedenti 35.242 famiglie non sono seguite da un aumento della popolazione totale ma bensì da una lieve diminuzione da poco più di 89.100 agli attuali 88.895 abitanti i quali sono distribuiti in un territorio privo di aspetti pianeggianti e prettamente montuoso composto da 52 comuni. Oltre che in termini assoluti, la provincia si presenta scarsamente popolata anche in termini relativi, visto che la densità è di appena 58,1 abitanti per kmq, (1/4 circa rispetto al dato nazionale), 99-esimo valore dell'intera penisola. Il capoluogo è l'unico comune della provincia ad avere più di 20.000 abitanti ed attira il 24,5% della popolazione, valore tra i più bassi del Paese. La caratteristica saliente della provincia, in termini di distribuzione della popolazione per classi di età, è la quota di persone in età compresa fra i 15 ed i 64 anni tra le più basse che si riscontrano nel Paese (65,5- 58° posto nazionale). Inoltre nel complesso del Mezzogiorno la provincia si segnala anche per l'alta incidenza di ultrasessantacinquenni (22,32%). Il saldo demografico della provincia di Isernia, a differenza di Campobasso, è negativo e la presenza straniera è decisamente modesta: sono infatti 2.194 gli stranieri ogni 100 mila abitanti presenti sul territorio che sono in rialzo di circa 200 unità. Il 55,8% è formato da extracomunitari con regolare permesso di soggiorno che pone la provincia all' 85-esimo posto. L'indice di vecchiaia raggiunge un valore considerevole pari a 186,95 contro il 143,38 dell'Italia. Infine confrontando gli indici di speranza di vita possiamo notare come quelli riscontrati per le femmine descrivano una aspettativa migliore rispetto ai maschi. In riferimento a quanto detto, la speranza di vita a 45 anni per i machi risulta essere 34,5 mentre per le femmine è pari a 40,4 stabili rispetto al semestre precedente.
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Il tenore di vita
Il giudizio che si può dare sul livello del tenore di vita dei residenti della provincia di Isernia non muta sostanzialmente se si usa come misura il reddito disponibile pro-capite o il livello dei consumi finali interni. Il reddito disponibile medio a disposizione di ciascun residente ammonta a 14.213 euro con trend crescente rispetto ai 13.632 euro del 2007 ed i 13.165 euro del 2006 e questo consente alla provincia di occupare la 73-esima posizione a livello nazionale, con un ritardo di circa 3.000 euro rispetto al valor medio italiano. Molto più soddisfacente è il confronto con le altre realtà meridionali dove Isernia è tra le prime dieci posizione e può vantare un margine di vantaggio sulla media della ripartizione del mezzogiorno di quasi 1.300 euro. La situazione relativa ai consumi finali interni è lievemente peggiore, visto che la provincia, con un valore di 12.754 in ulteriore rialzo rispetto ai precedenti 12.639 euro anche se la provincia non va oltre la 74-esima posizione con un ritardo che, rispetto al dato italiano visto nel suo complesso, si acuisce fino a raggiungere quasi i 2.800 euro, mentre si riduce sensibilmente il margine di vantaggio rispetto al complesso delle province meridionali (circa 400 euro). In tale scenario la spesa relativa ai consumi alimentari è più alta rispetto alla media nazionale (20,4% contro il 17,3%). I dati sui carburanti evidenziano una contenuta quantità di consumo pro-capite, pari a 0,15 tonnellate annue, quota che si dimostra inferiore di quella media del Mezzogiorno, che è di 0,18 tonnellate, e che collocano Isernia in appena 94-esima posizione a livello nazionale. Decisamente basso risulta il consumo di energia elettrica per usi domestici: con appena 924 anche se in aumento rispetto i precedenti 916,67 Kwh pro-capite, la provincia risulta 102-esima nella relativa graduatoria nazionale. Isernia, infine, si piazza all'ultimo posto in ambito nazionale per quanto riguarda i depositi bancari delle famiglie. Tra gli ultimi quattro posti risulta la provincia in merito ai veicoli circolanti a livello assoluto mentre risulta 25-esima per quanto riguarda il numero di veicoli circolanti rapportato ogni 1.000 abitanti.
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Il nucleo produttivo
Anche il nucleo produttivo della provincia di Isernia è in termini assoluti il più piccolo del Paese essendo costituito da 7.876 imprese, anche se la densità imprenditoriale (8,86 imprese ogni 100 abitanti), consente almeno in termini relativi all'area di essere 61-esima a livello nazionale. Nell'economia locale, così come l'altra provincia molisana, un ruolo rilevante è giocato dall'agricoltura che, con il 27,61% di imprese, supera di poco più di 10 punti percentuali il dato medio nazionale. Rispetto alla media del Sud, assume una certa rilevanza anche la percentuale di imprese operanti nel settore dell'edilizia (14,11%). Le imprese artigiane, inoltre, rappresentano il 26,3% di quelle presenti sul territorio della provincia e costituiscono un dato rilevante nel Mezzogiorno. L'evoluzione del sistema imprenditoriale della provincia è stato un po' più vivace di Campobasso, quantomeno in termini di creazione di nuove imprese: nel 2006 il ritmo di crescita medio annuo è diminuito dalle 2,52 alle 1,48 imprese in più ogni 100 esistenti ad inizio periodo e nel 2007 l'indicatore ha segnato un ulteriore calo fino allo 0,06 mentre nel 2008 nonostante già i primi segnali di crisi, nel secondo semestre, raggiunge quota 1,35. Trattasi di un dato inferiore a quello medio nazionale e al dato del Mezzogiorno frutto di un tasso di natalità elevato rispetto alla media nazionale (8,27%) e di un tasso di mortalità basso rispetto alla media nazionale (6,92%) che collocano la provincia rispettivamente al 11° e 70° posto tra le 103 province. Particolarmente elevata è infine l'incidenza delle ditte individuali (62,7% in netto calo rispetto al precedente 76,15%, che comunque colloca la provincia 32-esima in Italia) sia pure decisamente contenuta rispetto a quanto si osserva nella vicina Campobasso. Sono solo 74 ma in aumento rispetto al precedente dato pari a 58, gli esercizi turistici complessivi per un totale di 2.157 posti letto che pongono la provincia tra gli ultimi 5 posti della graduatoria nazionale.
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Mercato del lavoro
Dopo aver subito un brusco stop negli ultimi anni, contrariamente a quanto avvenuto per la stragrande maggioranza delle province italiane, la lotta alla disoccupazione nella provincia di Isernia ha fatto segnare un leggero miglioramento nel 2003. In controtendenza rispetto agli ultimi tre anni, il livello del tasso che alla fine del 2002 faceva segnare un valore pari al 12,6%, nel 2003 è diminuito al 11,6% (circa 3 punti superiore al dato nazionale) e nel 2004 si attesta intorno al 10,6% confermando il trend temporale anche nel 2005 con un valore pari al 9% fino all' 8,3 odierno(ancora in lieve calo rispetto al dato del 2006 e stabile rispetto al 2007. Il 65,8% degli occupati segue il settore terziario mentre il 4,15% è occupato nell'agricoltura, dato non elevato ma superiore alla media nazionale come per gli occupati dipendenti che superano il dato italiano di circa 2 punti. Il tasso di variazione stimato per l'anno 2008 ha connotazione positiva nonostante abbia un valore pari a -0,77 superiore al dato nazionale pari a -1,86 collocando la provincia tra i primi posti nazionali.
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Apertura ai mercati
La provincia di Isernia, rispetto a quella di Campobasso, presenta una vocazione agli scambi di merci con l'estero particolarmente marcata. Il valore delle merci esportate dalle imprese locali è stato nel 2008 pari a più di 386 milioni di euro che confermano il trend decrescente iniziato proprio nel 2007 e ponendo la provincia all'84-esima posizione nella relativa graduatoria con una propensione all'esportazione pari a 24,50 (in flessione di poco più di due punti rispetto al precedente periodo) conferma il trend decrescente che risulta comunque essere superiore sia al dato della macroripartizione ma inferiore dato nazionale. Il settore merceologico che assorbe la stragrande maggioranza delle esportazioni è quello della confezione di articoli di vestiario. Se a questi dati si unisce il contributo delle industrie tessili, si ha che oltre il 60% dell'export locale è assorbito dall'industria del vestiario. L'Europa risulta essere il principale mercato verso il quale le merci in uscita sono destinate, assorbendo una quota del 70,9% contro il precedente 73,45% che si distribuisce su mercati bene o male simili a quelli che si osservano in altre nazioni, con Germania e Francia capeggiate da Russia e con gli Stati Uniti tra le prime dieci posizioni. Gli scambi commerciali che la provincia ha con l'estero sono decisamente più votati alle esportazioni che non alle importazioni. Il valore dell'import è stato, infatti, nel 2008 di poco più di 177,9 sviluppando anch'esso un trend negativo iniziato nel 2006, l'indicatore relativo di interscambio con l'estero (tasso di apertura) fa segnare un valore di 35,77 confermando il trend decrescente e rispecchiando la diminuzione monetaria con un dato nel 2007 pari a 41,94 e nel 2006 pari a 40,31. Molto importante è il settore dell'abbigliamento con il 41,2% seguito dal settore metalmeccanico con 32,9% in calo. Le merci importate provengono quasi esclusivamente dall'Europa (69,4%) con la Germania che guida la graduatoria delle importazioni seguita da Cina, Spagna e Turchia.
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Contesto sociale
L'analisi delle graduatorie degli indicatori evidenziano anche valori largamente soddisfacenti per quanto riguarda la penetrazione del crimine. L'area è al 95-esimo posto stabile con 3.458 delitti denunciati ogni 100.000 abitanti anche se tale dato risulta maggiore rispetto al precedente (per il 26,3% costituiti da furti e rapine in lieve calo rispetto al precedente) e 52-esima per numero di persone denunciate, posizione che invece non migliora qualora si considerino i minori poichè la provincia si colloca stabile al 16-esimo posto per minori denunciati ogni 100.000 abitanti. Non elevato risulta il numero degli incidenti stradali per mille abitanti (1,6 Isernia – 3,65 Italia) il 7,5% dei quali risulta mortale ed in notevole rialzo di circa 3 punti percentuali (12-esimo valore del Paese) rispetto al dato precedente. Considerevoli risultano la quota di interruzioni volontarie di gravidanza per donne al di sotto di venti anni (11,5% in aumento rispetto all'8,33% del 2007 che colloca la provincia al 10° valore in ambito nazionale) ed i decessi per malattie al sistema cardiocircolatorio (45,1 contro il precedente 49,6% che pone la provincia al quarto posto). Anche se nel periodo 2001 – 2008 tutti gli indicatori relativi alla dotazione di strutture sociali hanno subito un sensibile aumento la situazione appare comunque distante dal valor medio nazionale, di fatto l'indice generale nel periodo considerato è passato da 45 fino all'attuale 52,47 stabile dal 2007.
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